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lunedì, Maggio 29, 2023
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Spesa sfusa, consumo intelligente

di Daniela Pastore

Spesa sfusa, ecco la Rete delle Piccole Botteghe Sfuse Indipendenti. Sono 24 per ora i negozi in tutta Italia che collaborano tra di loro per combattere spreco e proliferazione di rifiuti, soprattutto plastici.

La Rete delle Piccole Botteghe Sfuse Indipendenti è un’iniziativa pensata dalle imprese per collaborare e non farsi concorrenza. Portano avanti il tema del prodotto sfuso invece di quello confezionato, bello da vedersi e brutto da smaltire, preferendo la filiera corta alle logiche della grande distribuzione. Condivisione invece che guerra, vale a dire sfuso al posto di confezionato, filiera corta anziché grande distribuzione. E così una trentina tra uomini e donne hanno messo a fattor comune esperienze e capacità e si incontrano sui social media. Si scambiano informazioni su fornitori, normative e problematiche legate alla vendita sfusa, ma anche su strategie di marketing o tendenze del mercato. Insieme aiutano lo sviluppo di realtà locali e biologiche, ma più di ogni altra cosa, promuovono storie di persone che mettono passione e sudore in quello che fanno. Nomi e cognomi, volti di persone che ci mettono la faccia, certo di ridotte dimensioni. Si tratta spesso di realtà a conduzione familiare, ma presentano una valida proposta ecologica vendendo prodotti zero waste scegliendo di rimanere indipendenti dalle grandi catene o dai franchising.

Ma cosa accomuna le diverse realtà della Rete delle Piccole Botteghe Sfuse? Ciascuno è libero di scegliere i propri fornitori privilegiando i piccoli produttori del territorio quando possibile. I primi passi per la costruzione della Rete delle Piccole Botteghe Sfuse Indipendenti sono stati fatti nel 2017 e dalle prime 4 attività che hanno iniziato a collaborare sono pian piano cresciuti fino ad arrivare alle attuali 24, con molte richieste quotidiane di nuovi ingressi da vagliare. Le richieste di adesione, infatti, crescono ogni giorno sebbene non tutte abbiano i requisiti per l’ingresso, a cominciare dai due anni di attività e da un’offerta che preveda almeno il 70% di prodotti sfusi. Ma l’interesse aumenta perché dietro il lavoro di questi imprenditori c’è serietà e scelta di qualità e la decisione di privilegiare  i piccoli produttori del territorio quando questo possibile. Infatti, a differenza di un franchising che impone di prendere necessariamente i prodotti scelti dalla casa madre vengono selezionati i contadini delle campagne limitrofe alle botteghe, i laboratori di pasticceria delle loro vicinanze e gli apicoltori della provincia o della regione. E sono spesso loro ad andare in bottega, che è diventata un riferimento per proporre prodotti freschi a chi sa apprezzarne il valore sia salutare che ecologico.

Ma come si fa la spesa sfusa?

Si possono portare in autonomia i propri contenitori durevoli e riutilizzabili, da destinare al contenimento dei prodotti disponibili al peso che vuoi acquistare nelle apposite botteghe. Va benissimo portare con sé vasetti con chiusura ermetica, sacchetti riutilizzabili, bottiglie, purché sempre ben puliti e adatti a contenere i vari articoli. I prodotti sfusi possono essere acquistati nelle quantità desiderate e necessarie, venendo incontro ai frequenti sprechi ed eccessi della nostra quotidianità. Presso le botteghe dello sfuso è possibile trovare moltissimi prodotti, tra cui cereali, farine, frutta secca, semi, spezie, biscotti e detersivi alla spina. Fare la spesa in questo modo, in maniera simile a come avveniva nelle drogherie di un tempo, è una pratica sostenibile e intelligente perché significa ridurre ed evitare gli imballi complessivi svolgendo quindi un’azione concreta per la salvaguardia del nostro ambiente.

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