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sabato, Settembre 14, 2024
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Terre d’Aione, vignaioli a Tufo dal 1867

Scopri l’affascinante storia di Terre d’Aione!

Dire Terre d’Aione significa dire Carpenito. E viceversa. Vignaioli dal 1867, da quando Pellegrino, il trisavolo di Angelo, l’attuale proprietario, coltivava con caparbietà la terra irpina per ricavare il vino. La passione è quella di sempre ed è la stessa della moglie Lia e dei due cognati Raffaele e Angela che gestiscono con lui l’azienda. La zona, poi, non poteva essere migliore. Tufo, vale a dire il paese del Greco (Denominazione di Origine Controllata e Garantita dal 2003).Terre d’Aione

Si tratta di quell’antico e fenomenale vitigno che per la sua prelibatezza veniva versato solo una volta nei banchetti. Arrivò grazie ai Pelasgi dalla Tessaglia proprio qui, dove ci sono le vigne impiantate anche a Fiano, Falanghina e Aglianico. Da quest’ultimo ìsi ricava ovviamente il Taurasi.

Terre d’Aione

 

L’azienda Terre d’Aione

Si estende su 12 ettari, nella frazione San Paolo, a ridosso delle vecchie miniere sulfuree in località Cicogna. La produzione è scandita dalla lentezza sia per i bianchi che per i rossi per far si che i vini possano esprimersi pienamente. Per i primi, nello specifico, si parla di vinificazione alla francese. La lavorazione non avviene pigiando le uve ma mediante pressatura soffice, poi c’è il trasferimento nei serbatoi a temperatura controllata dove avviene la defecazione.

 

La fermentazione viene fatta tra i 9 e gli 11 gradi anche attendendo una ventina di giorni. Con il risultato, di conseguenza, nel caso del Greco, di realizzare un vino più morbido e meno astringente che vanta un equilibrio perfetto. Per i rossi, si procede alla pigiodisrapazione. Dopodiché i chicchi vengono lasciati a contatto col mosto fino a 12-14 ore e, successivamente al salasso, si continua da un lato per il rosato e dall’altro per il rosso per 8-10 giorni. E una parte è destinata al Taurasi che viene affinato in acciaio per 6 mesi e per 24 in barrique.

 

Terre d’Aione

 

La gamma produttiva di Terre d’Aione è composta da Fiano di Avellino, Greco di Tufo e Campania Falanghina per i bianchi e Campania Aglianico (c’è anche la versione rosato) e Taurasi. Da quest’anno vengono riproposte le bollicine con Tubolle (un gioco di parole che unisce Tufo e bolle), uno spumante prodotto con metodo brut da Greco già immesso sul mercato nel 2015.

 

Curata la sala degustazioni, dominata da un vecchio torchio di famiglia e da tonalità terra quali il senape, il marrone e il color vinaccia. E’ ai tavoli arredati col bianco e il tortora che si assaggiano i vini, accompagnati da piatti della tradizione irpina le cui ricette seguono due criteri base. La territorialità e la stagionalità di prodotti di madre natura.

 

Terre d’Aione

 

Il futuro

Tra i progetti futuri, l’idea di creare un resort di campagna con una piscina e pochi posti letto dove il vino sia sempre il protagonista indiscusso. Intanto però, i prodotti di Terre d’Aione varcano i confini nazionali per farsi apprezzare in Albania, Belgio, Germania ed Olanda. Ma anche oltreoceano. In Canada e Giappone. Grande attenzione è assicurata alla sostenibilità. Oltre ai pannelli solari che soddisfano per il 70% il fabbisogno aziendale, sono banditi disserbanti, concimi chimici e trattamenti eccessivamente invasivi.

 

Tufo comunque non è l’unico comune dove si produce il Greco: nell’areale di produzione sono inclusi anche Altavilla Irpina, Chianche, Prata di Principato Ultra, Torre le Nocelle, Petruro Irpino e Torrioni, tutti in provincia di Avellino.

*Foto per gentile concessione dei proprietari

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