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sabato, Settembre 30, 2023
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Alfredo Favero e la Botte Pazza

Io e Alfredo Favero siamo amici davvero da una vita. Abbiamo giocato insieme da piccoli. Con un messaggio pochi minuti prima gli annuncio che sto arrivando. L’accoglienza è esattamente quella che mi aspettavo. Ricordi, risate e tanta nostalgia per i tempi andati, ma enorme ottimismo e spirito di programmare nuovi eventi e condividere i successi di questo piccolo grande ristorante che risolleva le sorti della ristorazione salernitana di cui troppe volte sento parlar male. In una stradina del centro storico di Salerno, esattamente al civico 1 di vicolo Giovanni Ruggi d’Aragona, c’è La Botte Pazza, una minuscola bottega del gusto, quello genuino e sincero che ci hanno fatto apprezzare le nostre nonne prima ancora che le mamme, ma senza dimenticare quel tocco di innovazione che non guasta. Anzi, la proposta – curata dallo chef Carmine Gioia – è scandita sempre e solo per una quarantina di persone e si snoda in piatti della tradizione, esclusivamente di terra, con una ricerca dei prodotti del territorio attenta e spigliata che è esattamente come Alfredo Favero.

Un piccolo grande locale

L’interno riproduce una tipica piazza del centro storico, mattoncini e pietra viva alle pareti e al piano di sopra i panni stesi al balcone creano la cornice ideale per dare l’idea della semplicità. Sono con tre amiche, ci accomodiamo e cominciamo subito ad assaggiare. Ci sfilano davanti in una danza di profumi e sapori che difficilmente dimenticherò una serie di antipastini tutti deliziosi: olive di Palomonte sott’olio e cipolla caramellata servita in barattoli di vetro sono la prima chicca che degusto con piacere, poi un tagliere di formaggi e salumi (su tutti, il cinghiale è quello che preferisco). Un buon vino accompagna, in successione, la scamorza di Agerola in foglia di limone, un gattò di patate e una parmigiana di melanzane.

Mister baccalà

Dopo una pausa arriva a tavola il piatto forte della serata: il baccalà alla carrettiera che ci delizia il palato tra una chiacchiera e l’altra prima di affondare il cucchiaio nel piccio cilentano, un dolce semplice preparato con una crema di ricotta, noci e mandorle in cui i pezzetti di pera spadona aggiungono una bella nota di freschezza e i bastoncini di chiacchiere un po’ di croccante.

Pazza Marea

Accanto da qualche anno Alfredo ha deciso di fare il bis, aprendo con lo chef Ferdinando Cuomo Pazza Marea il gemello dedicato al pesce, sempre e solo fresco. Dopo aver lavorato alle Sirenuse e al Quisisana, il nostro ha deciso di rientrare a Salerno cimentandosi in questa nuova avventura tutta sua. Nessuna pretesa di creare un ristorante con la “r” maiuscola: qui si vuole e si fa una trattoria di mare dove i veri protagonisti sono e rimangono frutti di mare, molluschi e pesce azzurro. La frittura di paranza qui è di casa e soprattutto resta da provare la zuppa di mare.

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