Scopri la tradizionale calza della Befana nel mondo!
Con l’Epifania finiscono tutte le feste. Ma la calza della Befana resta. Eccome se resta! Ci regala emozioni forti, trepidante attesa, adrenalina pura in pochi centimetri di tessuto. Rosso ovviamente! O, al massimo, dorato e blu come il colore delle feste natalizie che ci stanno per salutare.
La tradizione della calza della Befana
Nella nostra tradizione popolare la calza della Befana è un rituale fantastico. Che fa rima con sorprese e ghiottonerie di ogni genere. La vecchietta con le scarpe tutte rotte scende dalle cappe dei camini. Attraversa cioè simbolicamente un punto di unione tra terra e cielo, conosciuto ed ignoto, dato e non dato per distribuire due doni. Buoni per farci presagire ottime novità nel nuovo anno. E poi cattivi. Come il carbone che, invece, è il residuo del passato da dimenticare.
Cosa mettere nella calza della Befana?
Al mattino, tra le tradizioni del 6 gennaio, grandi e piccini aspettiamo le calze. E, immancabilmente, ci chiediamo cosa mettere nella calza della Befana? Sicuro, oltre al carbone, la riempiamo con caramelle, cioccolate e monetine dolci. Non facciamo mancare neppure liquirizie, gomme e leccornie di vario tipo. E a seconda dei gusti. Possiamo aggiungere ancora bon bon, gianduiotti, praline e confetti. Ma anche dolcetti di marzapane e biscottini. E chi più ne ha più ne metta!
Come nasce la leggenda della Befana?
Altra domanda di rito in questi giorni è questa. Nelle menti dei più piccini si fa strada come nasce la leggenda della Befana? La sua origine si perde nella notte dei tempi. E in tradizioni magiche precristiane. Poi si fonde con elementi cristiani. Fino ad arrivare ai nostri giorni. La Befana porta i doni in ricordo di quelli offerti a Gesù Bambino dai Magi. Furono loro a chiedere ad una vecchietta incontrata per caso la strada. Lei, però, finse di non voler uscire di casa per accompagnarli.
In seguito, però, si pentì. E, dopo aver preparato un cesto di dolci, si mise a cercarli invano. Così ad ogni casa che trovava lungo il cammino, lasciava dolciumi ai bambini che incontrava. La speranza che nutriva era che uno di loro fosse il piccolo Gesù. La certezza più magica è che ancora oggi gira il mondo. E distribuisce regali a tutti i bimbi per farsi perdonare.
Come è vestita la Befana?
Tutti ancora oggi ci chiediamo come è vestita la Befana? Nel nostro immaginario ha un gonnellone scuro ed ampio, un grembiule con le tasche e uno scialle. Porta inoltre un fazzoletto o un cappellaccio in testa e un paio di ciabatte consunte.
Il tutto è coloratissimo per le numerose toppe aggiunte di anno in anno. In effetti, però, il suo vero nome è Epifania. Termine poi storpiato dal popolo proprio in Befana. Nella dodicesima notte dopo il Natale (ossia dopo il solstizio invernale), si celebravano la morte e la rinascita della natura. E lo si faceva attraverso la figura pagana di Madre Natura.
Ormai stanca per il lavoro compiuto durante l’anno, la notte del 6 gennaio si trasformava in una vecchia e benevola strega a cavallo di una scopa. Veniva poi bruciata come un ramo secco per far sì che potesse rinascere dalle ceneri come giovinetta Natura, una luna nuova. Ma prima di lasciarci la vecchina passava a distribuire doni e dolci a tutti, in modo da piantare i semi che sarebbero nati l’anno successivo.
Come si festeggia la Befana nel mondo?
Di sicuro ci sarà venuta voglia di scoprire come come si festeggia la Befana nel mondo! E allora eccovi qualche curiosità. Dalla Persia alla Normandia. Dalla Russia all’Africa del Nord. Insomma un po’ ovunque esiste la Befana. Nel continente nero molti la collegano al mito della Dea genitrice primordiale, signora della vita e della morte Nonché della rigenerazione della Natura. Per altri la Befana riassume l’immagine della Dea antenata custode del focolare, luogo sacro della casa. In Russia, invece, c’è la Babushka. Che vuol dire nonna ma significa anche “donna del Natale”.
Anche lei consultata dai Re Magi per trovare la strada giusta che li avrebbe portati alla capanna di Gesù, non volle guidarli a destinazione. Ma da quella notte, ogni anno, Babushka visita le case dei bambini e lascia a tutti un dono, sperando che tra loro si nasconda anche Gesù. In Austria i bambini si vestono come i Re Magi. Vanno di porta in porta, cantando canzoni religiose in cambio di dolci e cioccolatini.
I bambini in Spagna, invece, si svegliano presto per vedere i regali che i famosi Re Magi hanno lasciato loro. E il giorno precedente mettono davanti alla porta un bicchiere d’acqua per i cammelli assetati e anche qualcosa da mangiare. Anche la Francia onora la festa della Befana. Con un dolce speciale, all’interno del quale si nasconde una fava. Chi la trova diventa il re o la regina della festa!
In Islanda il 6 gennaio è chiamato il tredicesimo. Perché da Natale fino a questa data trascorrono esattamente altrettanti giorni. Si dice addio al Natale con una fiaccolata, alla quale partecipano anche il re e la regina degli elfi. A metà strada arriva anche l’ultimo Babbo Natale, il tredicesimo! Il primo, infatti, arriva l’11 dicembre. E così uno ogni giorno fino a Natale per poi andare via ugualmente uno alla volta. Si finisce con falò e fuochi d’artificio.
La venuta dei Re Magi, ancora, è il significato della festa della Befana in Romania. Ancora oggi i bambini vanno lungo le strade e bussano alle porte per chiedere se possono entrare per raccontare delle storie. Di solito come compenso ricevono qualche spicciolo. Spostandoci oltreoceano, in America centrale, ed esattamente in Nicaragua ritroviamo una tradizione spagnola. Qui niente calze e scope volanti per i bambini che ricevono doni e caramelle dentro le scarpe, lasciate sul davanzale anche piene di verdura e frutta.
*Foto IStock