Sai perché Carnevale nasce come festa dei pazzi!
Carnevale ovvero la festa dei “pazzi”. Siamo in pieno periodo carnevalesco, tra feste in maschera, coriandoli, frizzi e lazzi. Il Carnevale ha una funzione catartica. Ci libera, nella nostra cultura, dalle regole della vita quotidiana e farci entrare un rituale giocoso e simbolico. È una sorta di pausa, lecita e socialmente accettata. Con questa ci permettiamo il lusso di pescare nelle nostre fantasie più o meno inconsce. E di mettere in scena proprio come se fosse un teatro le parti del nostre sé.
Carnevale nel Medioevo
Durante l’età medievale il Carnevale era per antonomasia la “festa dei pazzi”. Si celebrata perfino nelle chiese! Qui evidentemente almeno per una volta si doveva scendere ai patti con un forte impulso di trasgressione popolare. La pazzia sta nel sovvertire per un momento ruoli, posizioni sociali, regole, sesso, canoni religiosi e civili. Tutto è concesso. Il travestimento, lo sberleffo, la dissacrazione, la parodia.
Ma cosa esalta il Carnevale? In modo giocoso la trasgressione e la ribellione attraverso una follia compensatoria. La “pazzia” nasce dal fatto da un periodi di eccessi. Mangiare, bere (ed anche altro) travestiti ed indossando una maschera fino alla quaresima che comincia il giorno dopo il Carnevale. Finalmente la ribellione, il sovvertimento dell’autorità precostituita e quindi il Caos. Dopo questo momento di confusione, si ritorna alla normalità e ad un ordine nuovo, dove si ha l’idea che il vecchio sia passato per cedere il posto al nuovo. Ma Carnevale e maschera viaggiano in modo indissolubile. La maschera dunque rappresenta rappresenta il modo che abbiamo per rappresentare nel mondo le diverse parti di noi.
A livello psicologico è un filtro che l’individuo pone tra sé e gli altri e caratterizza ogni momento di relazione e di interazione sociale. In alcune situazioni sociali come nel lavoro, ad esempio, è inevitabile avere una “maschera”. Vale a dire assumere una serie di atteggiamenti e comportamenti per ricoprire un ruolo specifico. Quindi scegliere una maschera carnevalesca e un travestimento può essere legato ad un desiderio. Quello di recuperare creatività, alleggerirsi dal peso di ruoli professionali, sociali e culturali. E’ anche un momento per poter portare alla luce la nostra ombra. Mettere fuori cioè quella parte nascosta, che spesso ci spaventa. Ma che che portata alla luce può essere integrata e riconosciuta.
“Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà sincero”, Oscar Wilde
di Cecilia Salerno*
*naturopata specializzata in tecniche bioenergetiche orientali, floriterapeuta, operatrice e.f.t.
josalerno@hotmail.it