Scopri perché andare a Cucina Settantuno!
Il ristobraceria a Battipaglia, Cucina Settantuno, apre i battenti nel 2012 con Sofia Esposito. Lungo il corso principale, il locale potrebbe passare inosservato ad un occhio distratto, ma resta impresso nella memoria del palato se vi fermate anche solo per un boccone.
Appena 40 posti a sedere per dare il massimo sempre e comunque. Figlia d’arte (la mamma da anni è la patron dell’Osteria Re Baldovino), Sofia Esposito è l’unica proprietaria di Cucina Settantuno. E’ lei ad occuparsi volentieri della sala e degli ospiti. E lo fa con grande naturalezza. Ai fornelli ci sono le mani sapienti di nonna (manco a dirlo) Sofia con l’aiuto di zia Angelina che lavorano con una perizia d’altri tempi solo prodotti del territorio. La loro predilezione va a quelli della Piana del Sele e del Cilento. Pasta fatta in casa, verdure ed ortaggi che seguono i ritmi di madre natura e tanta, tantissima pazienza. Il tutto arriva a tavola con una minima rivisitazione che non dispiace affatto.
Sulle pareti campeggiano i quadri di Alfonso Mangone e Pietro Lista. L’ambiente è sobrio ed accogliente, senza fronzoli. Aperto anche a pranzo, Cucina Settantuno propone come costo medio per pasto 35 euro vini esclusi comprensivo di antipasto, primo e secondo. Ci accoglie sulla sinistra appena entrati una grande brace dove vengono cotte carni selezionate da Giovanni Carrara. Il benvenuto a tavola ci viene assicurato da una serie abbondante di antipasti.
Interessante la parmigiana fritta e ripassata in padella senza cottura in forno. Così come, tra i salumi, il filetto di lardellata, il capocollo e il salame di cantina. Squisito il pancotto preparato con broccoli ripassati in padella con pane tostato aromatizzato, pezzentella e patate ed ancora la purea di fave e cicoria. E di certo non potevano mancare i primi. Nonostante fosse sera, ci siamo lasciati tentare da un rigatone carciofi, guanciale e pecorino.
Ma, se si va, potete anche azzardare un peccato di gola più grave con il pacchero rigati con datterino giallo, olive nere, pecorino “scorza nera”, lo spaghetto con broccoli salsiccia nera e ricotta salata o le candele spezzate allo scarpariello. E se ancora non bastasse, provate la pasta mista con fagioli, salsiccia e tartufo bianco o lo strascinato con crema di ceci, guanciale e peperone crusco.
Arriva finalmente il momento più atteso. La carne. Ci conquista la succulenza della panzetta prussiana accompagnata da patate con guancialotto e peperone crusco e broccoli saltati. Ma in effetti tra angus irlandese 36 mesi, scottona bavarese linea Kaiserin, vitellino da latte 8 mesi cuberoll di bovino adulto 36 mesi, picanha e tagliata di maialino sardo c’è davvero solo l’imbarazzo della scelta. E per finire ci stuzzica un “soffimisù”, proposto nella versione al cucchiaio semplice o alla nutella, composto al momento del quale non vi sveliamo nulla invitandovi ad assaporarlo in loco.