Ecco cos’è la dieta (dannosa) a base di plastica!
La plastica, in mille modi, fa ormai parte della nostra dieta quotidiana. “Ne ingeriamo fino a 2mila minuscoli frammenti a settimana, che corrispondono a circa 5 grammi, l’equivalente in peso di una carta di credito. In media sono oltre 250 grammi l’anno”.
Gli studi sulla dieta a base di plastica
A fare emergere questa inquietante notizia è lo studio “No Plastic in Nature: Assessing Plastic Ingestion from Nature to People”. Lo ha realizzato l’Università di Newcastle in Australia e commissionato dal WWF. Se si mettono insieme i dati di oltre 50 precedenti ricerche, ecco la conclusione. “La maggior parte delle particelle sono sotto i 5 millimetri e vengono assunte con l’acqua che si beve sia dalla bottiglia che dal rubinetto”. La microplastica che fa parte della nostra dieta “è infatti presente nelle acque di tutto il mondo partendo da quelle di superficie per finire nelle falde. Frutti di mare, birra e sale sono gli alimenti con i più alti livelli registrati”.
Lo studio evidenzia – dice Marco Lambertini, direttore internazionale del WWF – “un importante passo avanti nel comprendere l’impatto dell’inquinamento da plastica sugli esseri umani e deve servire da campanello d’allarme per i governi. E’ un problema globale, da affrontare attraverso un trattato che impegni governi, imprese e consumatori”. D’altro canto c’è un’altra importante ricerca del WWF sulla plastica nella nostra dieta. Da questo emerge che “l’Italia produce 4,5 milioni di tonnellate di rifiuti plastici, di cui 497mila (l’11%) sono dispersi in natura (mentre 1,4 mln sono conferiti in discarica, 1,5 mln inceneriti, 1,2 mln riciclati)”. Ancora, “oltre 8 milioni di tonnellate di plastica vanno a finire negli oceani ogni anno, con la previsione – entro il 2030 – del raddoppio della dispersione di rifiuti plastici in natura”.
L’indagine Legambiente sulla dieta di plastica
Sempre in tema di plastica Legambiente con l’indagine “Beach Litter 2019” ha reso noti numeri gravissimi. “Su 93 spiagge monitorate, per un totale di 400mila metri quadri, pari a quasi 60 campi di calcio, sono stati trovati in media 968 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia (sono 90.049 i rifiuti censiti in totale). L’81% è rappresentato dalla plastica (784 rifiuti ogni 100 metri) e per una spiaggia su tre la percentuale di plastica eguaglia o supera il 90% del totale dei rifiuti monitorati”.
“Ai primi posti della top ten dei rifiuti più trovati – ha spiegato sempre Legambiente – ci sono pezzi di plastica e polistirolo. Ma anche tappi e coperchi di bevande (se ne trovano uno per ogni metro di spiaggia), mozziconi di sigarette (è stato rinvenuto l’equivalente di 359 pacchetti di sigarette in 9 km), cotton fioc (il 7,4% di tutti i rifiuti monitorati) e materiale da costruzione (con oltre 4mila rifiuti legati a sversamenti illegali in piena spiaggia). E non manca l’usa e getta di plastica. Se disperso nell’ambiente, rappresenta uno dei principali nemici del nostro mare. Ogni 100 metri di spiaggia si trovano 34 stoviglie (piatti, bicchieri, posate e cannucce) e 45 bottiglie di plastica”.
(Fonte: wwf.it/ 13.06.2019; 15.03.2019- Legambiente.it/ 20.05.2019)
a cura di Salerno Economy