Ecco cos’è e come funziona di Too Good to Go!
“Mangia bene, spendi poco e recupera il cibo” è il motto di Too Good to Go. La premessa consente di recuperare e vendere online il cibo invenduto buono per essere buttato. Destinatari ne sono bar, ristoranti, forni, pasticcerie, supermercati e hotel che vendono ciò che non hanno consumato a prezzi ribassati.
Ogni anno in Italia vengono buttati 10 milioni di tonnellate di alimenti pari a circa 15 miliardi di euro. Ma in questo caso lo spreco è doppiamente grave. Innanzitutto perché si tratta di cibo, per giunta ancora buono! E i grandi artefici di questa “distrazione” a tavola non sono solo consumatori ma anche ristoratori e distributori alimentari.
Come funziona Too Good to Go?
Per usare l’applicazione (App Store e Google Play), dopo averla scaricata, si devono mettere in vendita le magic box. Si tratta di bag con prodotti e/o piatti freschi rimasti invenduti a fine giornata e invendibili il giorno successivo. Dall’altra parte, i consumatori potranno acquistare con un semplice click pasti a prezzi minimi spendendo tra i 2 e i 6 euro. Cioé il 30% del cartellino, per un risparmio complessivo del 70% e contribuire alla salvaguardia dell’ambiente. Infatti, ogni magic box acquistata evita l’emissione di 2 chilogrammi di anidride carbonica. Basta geolocalizzarsi e cercare i locali aderenti, ordinare la propria magic box, pagarla tramite l’app e ritirarla con contenitori e sacchetti propri, nella fascia oraria specificata. Cosa c’è dentro sarà una sorpresa.
Cosa è Too Good to Go?
Nata nel 2015 in Danimarca, Too Good to Go già conta oltre 11 milioni di magic box acquistate in Europa. Si è bloccata, in sostanza, l’emissione di più di quasi 23 milioni di tonnellate di anidride carbonica. In Italia a Milano dove hanno già aderito numerosi ristoratori, bar e pasticcerie. I ristoranti biologici EXKi e i negozi Carrefour Italia sono tra i primi punti vendita aderenti a questo progetto così come Eataly, da sempre impegnata nelle politiche contro lo spreco, col punto vendita di Milano Smeraldo.
Molto più dunque di una semplice app, Too Good to Go, che diventa un valido strumento per diffondere consapevolezza e lottare contro la filiera dello spreco. Il punto di forza è rappresentato dal fatto che l’app ha dimostrato di essere “un modello comunicativo vincente – sostengono gli organizzatori – un ottimo veicolo di comunicazione e informazione al consumatore”, soprattutto “tra i più giovani”. Quei giovani che non si sono mai sentiti dire, nemmeno una volta, dai loro genitori e in modo perentorio: “finisci quello che hai nel piatto”.
di Daniela Pastore