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giovedì, Dicembre 5, 2024
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Festa del papà, non solo zeppole di san Giuseppe!

Scopri le tradizioni legate alla Festa del papà!

Domani si celebra la Festa del papà. In tutta Italia si fa a gara per celebrare una delle figure di riferimento più importanti della nostra vita. A tavola e non solo! La tradizione, si sa, predica le famose zeppole di san Giuseppe la cui ricetta è a questo link, ma ci sono anche tante altre usanze che rendono magica la ricorrenza.

 

Festa del papà
Le zeppole di san Giuseppe

 

Dagli altari addobbati del Molise e della Sicilia ai falò di San Giuseppe della Campania. Ma festeggiare i papà non significa solo cibo. Certo, il pane intrecciato e il grano ne sono i simboli. E con questi si intende ringraziare i protagonisti del miracolo più bello che c’è. Quello della vita. Ma il 19 marzo fa rima con culti antichi di tantissimi territori che portano avanti rituali che si perpetuano, con orgoglio, nei secoli.

 

Le tavole della Festa del papà in Molise

Si parte da stasera e dalla sera di ogni 18 marzo. In Molise chi vuol fare voto o esprimere la sua devozione a san Giuseppe allestisce in casa un tavolo che si trasforma in un vero e proprio altare. In bella vista si posiziona un’icona del santo. Tutt’intorno, poi, pani, verdure e pesce fresco.

 

Ma anche uova, dolci, frutta, vino e, soprattutto, grano germogliato. Le porte restano aperte, pronte ad accogliere chiunque voglia entrare. Si mangia e si recitano preghiere. E 13 bambine vestite di bianco con in testa una coroncina di fiori, le “tredici verginelle”, cantano e recitano poesie in onore del santo.

 

Festa del papà
Una versione moderna della tavola di san Giuseppe

 

Le mense della Festa del papà in Sicilia

Stessa usanza poi è in Sicilia. A Gela (in provincia di Caltanissetta), a Borgetto (Palermo), a Salemi (Trapani) e a San Marzano di San Giuseppe (Taranto). Poche ne sono le varianti. Ogni famiglia viene omaggiata del grano di san Giuseppe. Si tratta di un misto di grano, cicerchia, orzo e granturco bollito. In aggiunta, si porta una fetta di pane, a simboleggiare abbondanza e fecondità.

 

Sull’altare, adornato con seta, nastri e pizzi, sono messi in bella mostra pagnotte di san Giuseppe. Su queste vengono disegnati un bastone, una croce e una corona per rappresentare appunto Giuseppe con Gesù e Maria. Il momento clou è il pranzo, composto da 13 pietanze che chiaramente sono solo assaggiate. Il restante cibo di solito è donato ai poveri o alle parrocchie. L’abbondanza è la parola d’ordine. Dalla tipica pasta con le sarde a salsicce, salami e formaggi, da mille verdure ai dolci. Su tutti, i cannoli, le cassate, la pignolata e i babà ripieni.

 


Altra tradizione tipica della Sicilia è il pane di san Giuseppe. Chiamato anche pani pulitu, si comincia a preparare qualche giorno prima del 19 marzo. La ricetta è tramandata di nonna in nipote e il prodotto finale ha sempre una forma diversa. Si rappresentano fiori, frutti e spighe di grano per richiamare l’imminente risveglio primaverile. Ma c’è pure chi preferisce proporre animali o oggetti naturali come la luna e il sole, simbolo di luce e vita.

 

Festa del papà pane di san giuseppe
I pani di san Giuseppe

 

Tra gli altri dolci di san Giuseppe diffusi nell’isola ci sono poi le zeppole. Farina e riso ne sono gli ingredienti base. A forma cilindrica, vengono fritte e poi ricoperte con miele d’arancio, zucchero a velo e cannella. Ancora troviamo i golosissimi sfinci. Simili alle zeppole partenopee ma con una crema di ricotta di pecora, zucchero e gocce di cioccolato fondente, si friggono nello strutto e si completano con granella di pistacchi, bucce d’arancio e ciliegie candite.

 

La Festa del papà nel mondo

Certo, non c’è nazione che non festeggi il papà per eccellenza. Ad esempio, il 21 giugno tocca al Libano e la seconda domenica di luglio all’Uruguay. Sempre la seconda domenica ma di settembre la celebrazione si sposta in Lettonia, a novembre in Norvegia, Svezia e Finlandia.

 

La Festa del papà in Campania

 

La nostra regione, invece, celebra la Festa del papà con i tradizionali falò di san Giuseppe. Si ricorda il fuoco acceso all’interno della grotta di Betlemme per riscaldare Gesù e Maria. Dalle nostre parti, per la verità, questa ricorrenza nasce in correlazione al digiuno quaresimale.

 

Festa del papà falò di san giuseppe
Il fuoco del falò di san Giuseppe

 

Questo era l’unico momento in cui era consentito interrompere il momento di rinuncia che durava fino a Pasqua. Nascono così i dolci legati all’idea della golosità con la “g” maiuscola! Ecco perché il concetto di base resta quello di friggere porzioni di pasta in una materia grassa. Dallo strutto all’olio o ancora al burro.

 

Da noi, quindi, le zeppole di san Giuseppe possono anche essere cotte al forno. Ma la tradizione le vuole fritte. Così come troviamo una loro variante chiamata frittelle, farcite di crema e decorate con le classiche amarene. E queste sono diffuse nella parte nord della regione.

 

A sud, in particolare nel Cilento, si servono le zeppole. Ma stavolta l’ingrediente principale sono le patate. Dopo averle lessate e sbucciate, si impastano con farina e latte e pochi altri ingredienti. Dopo la frittura si cospargono di zucchero.

 

Festa del papà
La pasta e ceci, altro piatto simbolo della Festa del papà

 

La Festa del papà in Italia

A Roma, ma anche nel resto del Lazio fino all’Umbria, non è Festa del papà senza i frittelli di cavolfiore. In Lombardia, invece, gli eredi delle frittelle romane sono i tortelli di san Giuseppe. Si tratta di semplici palline preparate impastando farina, uova, zucchero, lievito e latte. Poi vengono fritte e cosparse di zucchero vanigliato.

 

Le raviole di san Giuseppe (cotte al forno) ci strizzano l’occhio in quel di Bologna. Sono una specie di ravioli dolci realizzati come la frolla (ricchi cioè di burro) e con un ripieno di marmellata. O, soprattutto, con mostarda bolognese, composto dolce a base di mele cotogne, pere, arance, zucchero e un pizzico di senape.

 

In terra toscana incontriamo le frittelle di riso. Dopo aver bollito acqua, riso, latte e scorza di limone (con l’aggiunta poi di zucchero), si lasciano riposare per una notte. Al mattino il composto è arricchito con tuorli, uvetta, liquore, vanillina e lievito. E le palline che si ricavano sono poi fritte.

 

festa del papà castagnole pasta e ceci
Le frittelle di san Giuseppe

 

Le tavolate salentine

Anche in Salento il 19 marzo si festeggia con un enorme banchetto. Alla tavola di san Giuseppe devono essere invitati almeno tre commensali. È la riproposizione della Sacra Famiglia e si può arrivare al massimo a 13 come nell’Ultima Cena. Anche qui come in Sicilia si servono 13 pietanze per ciascun santo. E si arriva ad un totale di 169 piatti!

 

Secondo la tradizione, il piatto simbolo della ricorrenza è la massa e ciciri, cioè la pasta e ceci, ma c’è anche una particolare pasta col miele e il pesce fritto. Altra ricetta della Festa del papà di questo luogo è la crema di fave. Si chiamano fave nette e sono una specie di mousse di questi legumi. La si condisce con aglio, cipolla e olio extravergine d’oliva e la si accompagna da cicorie selvatiche.

 

*Foto IStock

Maristella Di Martino
Maristella Di Martino
Giornalista Enogastronomico

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