Scopri chi è e cosa fa il gardeniser!
Come sviluppare un orto urbano, o, in altri termini, gardeniser! Ci viene in aiuto proprio lui. Quello suo è un green job e crea orti urbani condivisi. Che sono aree verdi, terreni o spazi pubblici e privati utilizzati da una comunità di persone che ha il permesso di coltivarli.
Il gardeniser e l’orto urbano
Prima di capire cosa fa il gardeniser è necessario fare un piccolo passo indietro. A condividere un orto e la passione per l’agricoltura spesso sono intere famiglie, amici, gruppi eterogenei di adulti, anziani e bambini. Vivono nelle stesso quartiere o città e trascorrono buona parte del tempo libero occupandosi della terra “scelta”. Non è detto che ne siano di fatto i proprietari.
In alcuni casi pagano un piccolo affitto, in altri non sostengono alcuna spesa. Infatti, garantiscono il decoro e la manutenzione ordinaria dell’area. Questa esperienza, in ogni caso, rappresenta una bella occasione di scambio culturale, aggregazione sociale e interazione e svago psico-fisico. Ne ha bisogno chi trascorre molte ore di lavoro in ufficio, magari davanti ad un computer per diverse ore al giorno. Del resto, la terra si rivela un ottimo rimedio anti-stress poiché recupera il contatto con la natura e favorisce lo svolgimento di un’attività gratificante all’aria aperta.
Cosa fa il gardeniser
In questo contesto si colloca il gardeniser, una figura a metà tra il giardiniere ed organizzatore di realtà collettive. E’ lui che coordina ed aiuta nelle diverse esigenze e problematiche le attività degli ortisti esperti e meno esperti che si impegnano nella gestione di un bene comune.
Già in molte città è presente e la sua funzione è quella di aiutare volenterosi cittadini a sperimentare sul campo come si bonificano aree abbandonate. Li sensibilizza, nel mentre, al consumo critico e all’agricoltura senza pesticidi ed insieme creano bellezza e rispetto della natura. Un vero e proprio facilitatore del processo di governance decentrata, quindi!
Per diventarlo sono stati attivati corsi di formazione ad hoc, per formare il gardeniser. Sono stati rivolti a molteplici target di riferimento. Vale a dire cittadini impegnati a vario titolo negli orti urbani condivisi o insegnanti che portano avanti o vorrebbero proporre orti didattici nelle loro scuole. Ma anche animatori e educatori interessati all’orto come strumento di apprendimento esperienziale ed operatori sociali che guardano a questo come strumento di integrazione e emancipazione. Molto utili questi percorsi, infine, anche a chi lavora nella riabilitazione e il re-inserimento di soggetti a rischio marginalizzazione.
di Daniela Pastore
*Foto IStock