Hostaria Massa, il locale più storico di Caserta, è gestito dai fratelli Della Rocca e Farina. La cucina è tradizionale con un po’ di rivisitazione per mano di Alessandro Monticelli.
Ci sono legami che non si spezzano mai. Come quello di Caserta con il suo ristorante più storico. Antica Hostaria Massa nasce due secoli fa. Certo, da allora di acqua ne è passata sotto i ponti. Ma il locale resta li, ad imperitura memoria dei fasti che furono e sono. E non è solo un punto di riferimento per chi abita nella città della Reggia. Lo è diventato anche per gli ospiti appassionati della cucina genuina che fanno tappa nel centro storico.
Agli inizi dell’Ottocento, infatti, due intraprendenti mercanti di vino ed olio decisero di aprire una locanda all’interno dell’azienda dove vendevano anche cibi cotti. Poi si spostarono al centro dove si dedicarono totalmente alla nuova attività. Scelsero un nome accattivante e profetico, Ristorante Risorgimento. Di lì a poco la strada si sarebbe chiamata più laicamente Via Mazzini in omaggio al padre della Giovane Italia. Finché negli Anni Venti del secolo scorso si trasferirono su una delle grandi terrazze che si affacciano sulla bella piazza Margherita (oggi piazza Dante).
Dopo pochi anni Massa ritornò nei locali storici di Via Mazzini. Per un po’ fu trasformato dagli alleati in un club per le attività ricreative delle truppe. Ma oggi Michele ed Antonio Della Rocca insieme ai fratelli Luigi e Roberto Farina lo hanno completamente rinnovato. Con un design rispettoso dell’architettura di un tempo e soprattutto nella cucina, riproponendo i piatti della terra campana rivisitandoli senza mai cedere ad esagerazioni della moda del momento.
I prodotti utilizzati parlano sempre e comunque di territorio. E siamo contenti nel constatare ogni volta che l’innovazione sia un termine poco adatto alla proposta gastronomica di questo luogo. La tradizione viene osannata costantemente e rivisitata rispettando materia prima di alta qualità secondo i dettami dello chef, Alessandro Monticelli, che guida da anni la brigata di cucina. Tutte le volte è una festa far visita ai due fratelli che mi accolgono sorridenti e propositivi facendomi sentire a casa.
Percepisco qui la gioia di farmi provare un nuovo piatto, rilassarmi anche solo per un caffè nel bel giardino, ragionare su nuove strategie di comunicazione e consigliarli sul da farsi suggella un feeling forte da decenni. Ben fornita e suggestiva anche la cantina, ricavata nel tufo utilizzato per la costruzione dell’edificio e che scende fino a 13 metri di profondità. Ed è storia che la scalinata conduca agli ambienti dagli alti soffitti a volta, utilizzati originariamente per la vinificazione e collegati ad una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana, visionabile dal pavimento di cristallo che si trova nella Sala degli Ottoni.