L’artigianalità in 100 i formati di pasta. Il pastificio Setaro usa pochi ingredienti sono, da 80 anni: semole di grano duro selezionate, acqua di fonte purissima, antiche trafile in bronzo e soprattutto metodi di essiccazione lentissimi, compresi tra le 24 e le 120 ore, che consentono di conservare intatto il gusto e l’alto valore nutritivo del prodotto.

Lunga, corta o per minestra, da forno o con aromi che sia (alcune trafile vengono prodotte anche nella versione integrale), la pasta Setaro è il simbolo della Campania gastronomica nel mondo ma viene realizzata con processi di lavorazione collaudati da quasi un secolo e rimane un prodotto artigianale di eccellenza superiore. Pur rispettando standard di qualità altissimi, in azienda il contributo umano resta l’elemento distintivo con cui ci si differenzia e si vince tutti i giorni la sfida del mercato globale, sempre più guidato dalla velocità e dall’industrializzazione. Da tre generazioni, nel centro storico di Torre Annunziata, il pastificio Setaro è l’ultimo sopravvissuto tra le centinaia di aziende che un tempo avevano sede nell’antica capitale dell’arte bianca. E non parliamo di un posto a caso perché clima, mare e Vesuvio sono la cornice ideale per la produzione di una pasta che conquista i palati più esigenti sparsi in tutti i continenti. A fare il resto è la struttura, realizzata in pietra lavica per garantire, in tutte le fasi della lavorazione, l’umidità e la temperatura perfette per la produzione di 200 chilogrammi di pasta in un’ora.

Tra le tipologie di pasta Setaro prodotte, si citano solo alcuni formati. Tra questi, sfilano quelli corti (mezzanelli, rigatoni, ziti e gnocchi), lunghi (spaghetti, vermicelli, linguine, pappardelle e bucatini) e per minestra (lumachine, stelline, ditali e anelletti), accanto a quelli speciali (scialatielli, fusilli, strozzapreti e calamarata, spaghetti alla chitarra, candele e lasagne) e da forno (paccheri, cannelloni, conchiglioni e lumaconi). C’è poi una gamma integrale cioè fettucce, cannolicchi rigati e ditali rigati. E se questa varietà ancora non fosse abbastanza, eccovi servite le paste con gli aromi sia lunghe che corte (gemelli al limone, fiorentini alla rucola, penne rigate al nero di seppia o al peperoncino, capricci al basilico e, ultimi ma non per ordine di gusto, il formato al fungo ai funghi porcini). A voi la scelta…