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sabato, Luglio 27, 2024
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Giuseppe Maglione, nozze perfette tra metodo e creatività

Giuseppe Maglione è molto di più che un artigiano della pizza. E anche Daniele Gourmet non è una semplice pizzeria né un banale ristorante ma un luogo sacro dove si osanna la tavola campana a partire dalla pizza. Definirlo pizzaiolo è estremamente riduttivo e neppure chef gli rende giustizia. E’ un appassionato cultore dell’enogastronomia e ha elaborato la sua filosofia mettendo su una squadra affiatata e volenterosa che propone il suo credo.

Giuseppe Maglione è nato nel 1978 e ha idee chiare sul passato e, soprattutto, sul futuro. Ci piace il modo in cui ci fa sentire subito a casa e il fatto che sappia chi è e dove vuole andare: numeri e calcoli sono stati da sempre il suo forte per cui, dopo aver militato nel settore edile, ha virato sulla cucina. Napoletano di origine ed irpino di adozione, ha aperto prima Daniele Urban e poi Daniele Gourmet, entrambi ad Avellino. Due locali diversi ma complementari nello stesso tempo: il primo accoglie un pubblico più veloce, mentre il secondo è dedicato a chi ama assaggiare piatti unici e studiati dopo una ricerca attenta di ingredienti e abbinamenti, a volte anche arditi.

Giuseppe Maglione ha insegnato ai suoi ragazzi a preparare la pizza con un processo lungo e laborioso che coniuga tradizione, esperienza ed innovazione rispettando una metodologia precisa da cui non ci si deve allontanare mai. E questo vale anche per gli altri piatti. Il primo imperativo, comunque, resta la materia prima selezionata sempre tra l’eccellenza, prevalentemente campana ma anche italiana, reinterpretando il meglio che riesce a trovare sulla piazza o andandoselo a cercare in aziende anche sconosciute. Per le pizze lavora esclusivamente farina di tipo 2, un prodotto semi-integrale caratterizzato da granuli di grosse dimensioni e un maggiore quantitativo di componenti fibrose e germe del seme rispetto a quello di tipo 1 per presentare ai suoi ospiti un piatto che resta negli annali della memoria del palato di ciascuno.

“La cucina per noi segue un rituale preciso e in particolare la pizza – spiega Giuseppe Maglione – cadenziamo tempi e metodi con rigore inflessibile per dare sempre il massimo a chi ci fa l’onore di venirci a trovare. Facciamo un impasto diretto e la creatività fa rima con sperimentazione perché per i nostri clienti venire da noi deve essere un’esperienza indimenticabile”.

Daniele Gourmet si trova al civico 233 di viale Italia: i tavolini all’esterno sotto i porticati dell’edificio danno un senso di continuità rispetto all’interno dove una bella scelta di prodotti di grande qualità è messa in vetrina nell’angolo dedicato ai prodotti tipici (disponibili anche per l’acquistto) e fa da contraltare ad una selezione di vini e birre artigianali destinate ad accompagnare i piatti. Molto intelligente la sala animazione per bimbi che consente agli adulti di degustare in tutta tranquillità. Ma come nasce Daniele Gourmet? “Daniele è il cognome di mia nonna Anna – spiega Giuseppe Maglione – che friggeva pizze nei bassi di una Napoli aprendo poi una pizzeria tutta sua ed aveva un grande desiderio, quello di veder nascere tante pizzerie sotto l’insegna “Daniele”. E io, proprio per rendere omaggio a questa storia, ha intitolato a lei il ristorante”.

I nostri assaggi di Daniele Gourmet

Ad aprire le danze due montanarine, una bianca ed una rossa che anticipano una tartar di tonno su stracciata di bufala con crema e buccia di limone nonché basilico pastellato. Freschezza e leggerezza sono i due indicatori di questo antipasto. Ma la scelta è ampia tra fritto alla Daniele Gourmet, frittatina napoletana, chips di patate fritte di tre varietà accanto a salumi e formaggi accuratamente selezionati. Ad accompagnare le pizze viene servito il vino, campano ovviamente.

Ed ecco che arriva lei, sua maestà la pizza: prima ci viene servita una Violetta (patata viola, provola di Agerola, speck di Sauris, caciocavallo irpino stagionato in grotta e pomodorino del piennolo confit), poi una Profumi dell’orto (crema di peperoni e zucchine, vellutata di melanzane e patate, burrata di bufala campana Dop, funghi champignon e verdure a julienne fritte e briciole di pane e olio extravergine di oliva), quindi entra in scena la Diva (burrata di bufala campana Dop, tonno alalunga e cipolla ramata di Montoro caramellata) ed infine la Cacio e cozze (crema di caciocavallo podolico e tartufo bianco, fior di latte di Agerola, cozze gratinate e cotte al vapore e basilico pastellato) in abbinamento al Profumo di basilico, una bevanda appunto di basilico, sciroppo di zucchero di canna, ginger ale, limone e spumante metodo classico.

Gran finale riservato ai dolci: la sfilata in ordine di servizio è una scomposta di ricotta, pera e cioccolato; una tartelletta di semola, ricotta dolce e tagliata di fragole e un tiramisù scomposto servito con caffè nella sua macchinetta, qualche savoiardo e crema di mascarpone; la conclusione è affidata ad una frolla al cacao con mousse di vaniglia e tagliata di frutta.

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